27 dicembre, il giorno della speranza 🌈
Tanti giorni distanziati, distaccati, isolati, divisi gli uni dagli altri. Divisi dalla nostra umanità, da noi stessi, dal nostro istinto di aggregazione. Affamati, tanto affamati di contatto umano. Oggi possiamo cominciare a sperare quello che fino a ieri sognavamo. Strade piene di gente, mani che si stringono forte, pacche sulle spalle ma soprattutto abbracci, tanti abbracci ma di quelli veri però, di quelli che scaturiscono dal cuore e vanno ad accarezzare le pieghe dell’anima. Io ci credo, ci voglio credere. Come dice Selvaggia Lucarelli, il vaccino me lo bevo come uno shortino!
Tutto il mio essere ha bisogno di abbracci, tutto il mio cuore ha la necessità di non dover più fare la conta dei morti, dei ricoverati, dei dimessi, dei nuovi contagiati e se nel vaccino c’è un microchip? Il 5G? Un impianto alieno? Beh, direi proprio un sonoro: “chi se ne frega”